lunedì 11 aprile 2016

PALLE

"Burracchio" mi raccontò che da giovane era stato un guerriero Ninja.
Mi disse anche che era stato agente penitenziario nelle carceri del Venezuela, che sua moglie era Miss Italia edizione 1989 e che lui si era laureato in Legge "direttamente con Giulio Andreotti".
"Sperduto", invece, era stato fidanzato con Monica Bellucci, suo cugino era stato nientemeno che il costruttore del ponte che attualmente unisce Messina con Reggio Calabria e Vasco Rossi era da tempo suo intimo amico.
La barca del "Capitano" era lunga venti metri, la casa del "Malizia" era di 500 metri quadrati, "Febi" aveva un tesoro messo da parte, il "barese" era ricco sfondato coi soldi fatti vendendo scarpe sotto la metropolitana di Bucarest.
La forza del carcere era proprio questa: annullava la tua vera identità. In carcere ti potevi inventare quello che non eri e diventarlo davvero per giorni, mesi, anni.
Per molti era un regalo inaspettato. Potersi ricostruire una biografia,  una nuova vecchia esistenza, rendere il proprio passato più interessante e movimentato. Renderlo, soprattutto, ricco.
....anche per questo molti, una volta usciti di galera, desideravano ritornarci il più presto possibile

(di S. Ferraro, da "Galera, le ultime incisioni")




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