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La pena visibile o della fine del carcere
di Salvatore Ferraro – Rubbettino pp182
Perché
la pretesa rieducativa del carcere ha finora fallito, nonostante le
valide professionalità (educatori,psicologi, polizia penitenziaria ed
altri operatori) che vi lavorano?
Questa
una delle tante domande che si pone Salvatore Ferraro, studioso di
diritto ed ex detenuto (nonché animatore della rock -band dei Presi per caso).
Perché l'area educazionale non è
in grado di sostituirsi all'ambiente carcerario,di prevalere sulle
dinamiche più durature e consolidate dei reparti. E questa una delle
risposte con le quali l'autore non si limita ad argomentare la tesi del
fallimento della pena carceraria ma che utilizza razionalmente per
proporre una nuova teoria dell'esecuzione penale : la pena visibile.
Una
definizione che rievoca teorie illuministe ma si spinge a elaborare
un modello di sanzione penale da eseguire in un nuovo ambiente
sanzionatorio, limitato ma autenticamente sociale dove non si creino
relazioni artificiose, relazioni promiscue con altri condannati e
meccanismi simulatori con gli operatori.
Un
saggio con riferimenti teorici autorevoli ma scritto e strutturato in
maniera chiara (con tanto di schema sulla "dinamica della pena
visibile") che affronta anche temi ardui come il risarcimento delle
vittime del reato e il nuovo ruolo della polizia penitenziaria in un
ambiente sanzionatorio diverso da quello carcerario.
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